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Caro Direttore generale delle opportunità,
Immagini di dover salire trenta piani in un ascensore un metro per un metro, insieme a uno sconosciuto. Il telefono nemmeno prende. Questo è il tipo di disagio che mi porta la necessità di essere formale. Quando uno dei due esce, che si fa? Si augura buona giornata? Spero che a questo punto non si sia offeso o magari rotto le palle. Ci diamo dei lei, del tu, del voi? Che ne so.
Adesso leggerà qualcosa che potrebbe suonare come un mi piace viaggiare sulla bio di Tinder.
Io scrivo.
Lo so, siamo davvero in tanti ed ogni giorno ci arrivano addosso miliardi di cose. Da vedere, da ascoltare, da leggere. Una pioggia di content. Riesce a stare al passo?
Direttore, io resto umile e dico che non mi sento meglio degli altri. Niente uno su un milione. Mi merito un’opportunità? Non lo so ma se mi proprio volete, datemene almeno tre. Sto più tranquillo, magari le butto tutte e tre al cesso ma almeno parto sereno. Con tre gettoni e tre vite. Qua cosa ci giochiamo? Io ho voglia di raccontare. Sarà il mio ego pronunciato, principi di narcisismo, bisogni di ubiquità e onnipresenza. Che ne so. Non conosco il mio colore preferito figuriamoci i tratti della mia personalità. A lei piace raccontare? (Va bene il lei? Mi pare abbastanza garbato e poi l’ho già usato fino ad ora). A me come le dicevo, un sacco; ma non a voce che là mi incarto, mi scordo le cose… a penna molto meglio. La vita mi si sfila sotto i piedi e io ci voglio correre, poi sdraiarmi, strisciare, sedermi, rotolare, poi camminare a passo lento…
Quando ho cercato su Google come scrivere una lettera motivazionale, c’era tra i punti: inserire esperienze affini alla posizione per cui ci si candida. Ottimo. Direttore per prendermi quest’opportunità io non ho nessuna esperienza se non quella del dubbio. Finirò mai un altro libro? Mi verranno ancora/mai buone idee? Ne vale davvero la pena? Ma se finisco questo libro, lo pubblicherò mai? Scriverò mai un film? Sono capace? Non basterebbe la paginetta di un curriculum per segnare l’esperienza dei miei dubbi. La mia incertezza è però un motore importante. Mentre barcollo poggiato su un fazzoletto di idee, l’incertezza mi fa fare quei piccoli passi per cercare l’equilibrio.
Direttore, che lei si faccia chiamare destino, talento, determinazione o coincidenza, poco mi importa. Non dico tre ma un’opportunità me la prendo?
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