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La formalità degli ultimi abbracci

Immagine del redattore: Antonio CastielloAntonio Castiello

Dov’è che va tutta questa gente, questi aerei, queste valigie piene? Per me sono finiti i treni e i binari. Sono fuori dalla bolla e si torna dove tutto è finito. Devo piegarmi sul foglio adesso e dirmi tutto quello che non mi sono ancora detto. Quello che ho visto e ho lasciato alle spalle. La formalità degli ultimi abbracci, le verità che tengo sempre per me con la paura di mettere davvero fine ad incontri già finiti. Chi sono io? Chi sono loro? è sempre un confine impreciso.


Chiudo lo zaino un’altra volta. Alle sei del mattino a Brussels piove. La stanza di un seminterrato è ormai vuota. Sono andati tutti via. Sono sveglio ancora una volta con troppe poche ore di sonno. Nelle mani un asciugamano ancora umido e l’ultima mutanda pulita, aspetto che il bagno si liberi. Mi chiedo se scrivere sia un mestiere come quello di entrare ed uscire dalle vite degli altri. Questo dubbio lo lascio vicino allo shampoo che ho deciso di non portarmi dietro. Penso al giorno prima, alla settimana prima, a tutta la strada che mi sono lasciato dietro. Mi viene una punta d’amaro, il sapore che hanno le cose dell’ultima volta. In fondo per ogni cosa che si fa ed ogni persona che si vede, non è sempre l’ultima volta? Non saremo mai gli stessi e se non siamo mai gli stessi, nulla si ripete per com’è stato. Rincontrare e rifare sono sogni nuovi.

 

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